Pervinca
Specchi,
riflessi ombrosi di pensieri lontani
rivedo abbracci segreti
fra i muri bianchi dei nostri cuori.
Nella penombra delle mie notti inquiete
cerco le mani che si mostravano
abbracciandomi
fra le coperte grige del nostro tempo.
Nell’acqua del mio cuore Rivero quei gesti
riflessi,uno o centomila raggi
per trafiggere e sorreggere il cuore.
Ma sapete cosa vi dico?
Viva le attese!
Le attese che fanno male ma che ne vale la pena,
quelle che fanno battere il cuore.
Quelle che fanno consumare gli orologi,
quelle che fanno correre
quando i piedi vanno avanti e seguono il cuore.
Viva le attese delle foto mosse,
del vento che passa gelido fra i capelli arruffati,
delle lacrime che silenziose scendono senza un perché,
quelle delle giornate acide,
le attese davanti a caffè fumanti e solitari,
delle paure nascoste,
delle risate con le amiche,
degli abraci stretti,
dei “ti prego non andare”,
dei sembrava impossibile ma poi sei lì,occhi negli occhi,a guardare tutti quei minuti passati concentrati in due soli occhi.
650…e mi chiedo ancora se sia impossibile superare questo stupido numero.
650…ancora non riesco a coprire la distanza con i nostri sogni.
650…e poi le parole non bastano per sentirsi più vicini.
650…è solo un numero,ma pesano,diventano macigni,sogni interrotti,luci spente,ricordi.
650,non è più un semplice numero….sono milioni di ricordi.
Poi qui lentamente viene giù il mondo, come se niente fosse.
E il vento è più freddo che mai nell’accompagnare questa pioggia di ticchettanti gocce insistenti.
E poi viene giù il mondo sulla tua incredulità lontana chilometri.
Ma sai qui,in questa erra di nessuno,piove….perchè forse la terra ha un cuore e a volte sì,piange anche lei.
Non si può.
E’ che non ci si può innammorare a Malta,non a Paceville,fra il rumore di musica e vestiti che salgono sulle ginocchia e strusciano vogliosamente fra loro,fra l’odore di vodka e baci andati a male,fra la fosforescenza di qualche stupida maglietta bianca e lo sbirluccichio di occhi alcolizzati e persi,fra quel marasma di voci,ombre,lingue che li legano fra loro per una notte folle di risate,urla e cuori infranti che mai nessuno vedrà.
Non ci si può innammorare così della prima che incontri e ti sorride,mentre la musica ancora non decide a fermarsi,mentre i vostri respiri si mischiano come vento,mentre le parole ve le urlate in faccia mentre un barista disperato vi divide per cercare di far ordine in quel mondo caotico.
Ti ho detto che non puoi,e lo ripeto….perchè non puoi innammorarti di me così,perchè lo sai,io a queste cose non reggo….e che se ne frega più della musica troppo forte,di ballare,dei bicchieri mezzi pieni e di quelli che sono rovesciati a terra e delle scalette appiccicose da cui una cascata di gente sale e scende,delle mani morte,dei vestiti succinti e dell’aria calda,dei tuoi amici che ci guardano,dei chilometri che ora ci dividono….che se ne frega,perchè tu non potevi ma lo hai fatto e beh,colpa tua…ti amo…!!!
Un anno.
365 giorni esatti.
E cosa ho scelto di fare io?niente,aspettarti pazientemente dico,scrivono,urlano,pensano.Invece no,aspettarti INpazientemente,perchè corro,scappo,penso a tutte le altre cose che a volte mi sembra di perdere…a volte ce la faccio ma poi nelle notti più tranquille torni.Torna il tuo pensiero a farsi sentire su di me,il tuo odore,i tuoi gesti.
Ma che scelta è questa??non è una scelta e basta, o forse sì…e poi ci sono le loro domande:perchè aspetti?perchè non fai nulla?
Ma loro non lo sanno.Perchè rincorrere qualcosa che non si fermerà mai più di un istante?Allora ricominciano:cercalo…Ma io non sto giocando con te,e poi perchè cercarti?Non sei disperso,sparito.Che senso ha vivere questa vita di ricerca?Nessuno.Non ha senso cercarti come non ha mai avuto senso tutto questo,compresi i miei sogni,le speranze,le lacrime,io,tu,NOI.
Non ti cerco perchè non si va alla ricerca di qualcosa senza aver trovato se stessi.Si cerca qualcosa che si aveva e si è perso,io non avevo niente ed ho perso tutto.Ed ora? la vita,il tempo,mille ricordi indelebili…nessuna fermata.