Niente succede per caso , nessun pittore mette colori a caso sulla sua tela, ecco noi siamo colori distribuiti sapientemente dal pittore , egli ci colloca Sempre al posto giusto per rendere al massimo la nostra brillantezza, a volte alcuni colori non si vedono ma ci sono e servono ad aiutare altri colori meno lucenti a essere vivi.
(Michele Cocuzzi)
raggio
Ciao Raggine e Raggini vi voglio presentare questa mia piccola raccolta di pensieri, oltre alla mia soddisfazione personale desidero condividere con voi la gioia di questo mio lavoro, perchè grazie ad alcune di voi come Cinzia, Giusi, Piera, mia moglie ed altri mi sono convinto a scriverla , ma, soprattutto voglio ringraziare tutte quelle tra voi che con le vostre personali confidenze il vostro raccontarvi mi avete dato l’ispirazione, queste non sono solo mie, ma sono anche le vostre…………………………
“PICCOLE VERITA’ NASCOSTE”.
GRAZIE DI CUORE
(Michele Cocuzzi)
Guarderai le mie rughe, e forse poi le conterai, mentre io faro’
ugualmente col tuo volto, e mentre le accarezzero’ come una
passerella d’alta moda sfileranno davanti ai miei occhi i momenti
piu’ belli della nostra vita, anche quelli piu’ difficili, ma altrettanto
belli, perche’ anche sulle difficolta’ abbiamo comunque costruito
qualcosa d’un immenso valore, amero’ le tue rughe, esse saranno
il libro della nostra storia, della nostra vita, del nostro amore.
(Michele Cocuzzi)[/caption]

Quando sarà fatto il punto, quando tutto si saprà,
nessuno ci chiederà cosa di buono o di cattivo abbiamo fatto,
ma verranno letti i nostri figli, loro sono il libro della nostra vita,
loro sono la nostra storia, e le storie da raccontare devono essere
sempre belle, ma solo se siamo capaci di belle storie, i nostri
figli potranno costruire belle storie.
Se semini grano, raccoglierai grano, ma se non semini niente
raccoglierai erbacce , la gramigna cresce anche se non la semini.
(Michele Cocuzzi)

Un tempo due ragazzi non più tali, si incontrano all’ingresso di un hotel,si salutano come vecchi amici ma in realtà era la prima volta che si incontravano di persona,lei elegantissima con un lungo vestito nero, una spallina che quasi per dispetto continuava a scendere giù, in poco più di dieci minuti il taxi li porta in un ristorante chiamato Le Terrazze perché era affacciato su una bellissima scogliera. Una cena a lume di candele, una musica in lontananza faceva da cornice, i loro occhi erano incollati tra loro, le loro mani si lasciavano solo in presenza del cameriere, la cena a base di pesce,lo champagne in ghiaccio se non ci fossero stati era lo stesso, poi una passeggiata sul lungomare e via di corsa in albergo. Ognuno di essi quasi da sconosciuti ritirano la chiave della propria stanza, ma in ascensore le loro mani si intrecciano ancora mentre i battiti dei loro cuori aumentano sempre più. Giunti nei pressi della stanza di lei aperta la porta quasi a voler dire qualcosa lui le prende le mani le bacia entrambe, poi la bacia sulla fronte e le dice buona notte e va da solo verso la sua stanza pur sapendo che quella notte non dormirà.
(Michele Cocuzzi)

IL TARLO
Un tempo tre persone di ritorno da un funerale cristiano di un giovane ucciso commentavano tra loro di quanto erano straziati parenti e amici, il piu’ importante dei tre uomo politico manifesto’ tutta la sua meraviglia nei discorsi del sacerdote definendoli banali e inverossimili, la seconda una giovane donna in carriera anche lei atea dichiarata defini la fede come una cazzata, il terzo il meno importante un semplice autista, senza tentennare dichiaro’ la sua fede in dio il padre dei padri, spiegando loro che le sue preghiere tutte erano state ascoltate, a quel punto il politico manifesto la sua invidia verso l’uomo di fede anche se non riusciva a capire, mentre la giovane si limito’a sbuffare. fu allora che l’uomo di fede disse “ io vi dico che le chiese sono piene di atei che si professano fedeli, ma che uomini di fede che si professano atei sono molti di piu’ “ un silenzio assordante calo’ su di loro.
(Michele Cocuzzi)
HO CHIESTO UN PÒ DI TEMPO AL TEMPO, MI HA RISPOSTO NON HO TEMPO, MA IO HO INSISTITO ALMENO DAMMI QUINDICI, DIECI, CINQUE, ALMENO TRE DI MINUTI DEL TEMPO PASSATO, LI SPENDEREI UNO CON MIA MADRE ACCAREZZANDOLA E CHIEDENDOGLI PERDONO PER FARLA PIANGERE UNA VOLTA IN MENO, UNO PER BUCARE LE GOMME DELLA MACCHINA DI LUCA PER IMPEDIRGLI DI ANDARE AL MARE QUEL MALEDETTO PRIMO MAGGIO APPENA DICIOTTENNE UN PANINO UN TUFFO PER ESSERE SPIRITOSO AGLI OCCHI DELLE FANCIULLE, MARE MARE COSI BELLO COSI GRANDE COSI FREDDO TI SEI TENUTO ABBRACCIATO LUCA PIÙ DI VENTIQUATTRO ORE PRIMA DI RIDARCELO CONTINUANDO A CULLARLO UN PO’ DENTRO E UN PO’ FUORI DALL’ACQUA, L’ULTIMO MINUTO A PINUCCIO GLI SPEZZEREI TUTTE DUE LE GAMBE GIOCANDO A CALCETTO E LASCIARLO INCHIODATO ALL’OSPEDALE PER IMPEDIRGLI DI COMPRARSI QUELLA MERDA IN UN TARDI POMERIGGIO TIEPIDO DI SETTEMBRE DISTESO TRA I BANCHI DEL MERCATO RIONALE CON UNO SPAGO AL BRACCIO UN RIGOLO DI SANGUE E LA SIRINGA ANCORA TRA LE DITA. TRE MINUTI E TRE MAMME NON AVREBBERO PROSCIUGATO I LORO OCCHI CON LE LACRIME, TRE MINUTI SOLO TRE MINUTI.
(Michele Cocuzzi)

TUTTO VA RESTITUITO
UN TEMPO C’ERA UN GIOVINCELLO CHE ANDANDO A SCUOLA PASSAVA OGNI GIORNO DAVANTI A UNA BOTTEGA PIENA DI CIANFRUSAGLIE, IL PADRONE TRA LE TANTE COSE AVEVA ANCHE UNA BELLISSIMA BICICLETTA APPOGGIATA AL MURO CHE IL VECCHIO TENEVA SEMPRE IN ORDINE E PULITA. IL GIOVANE SI FERMAVA A GUARDARE QUELLA BELLA BICICLETTA FINCHE’ UN GIORNO IL VECCHIO CHIAMO’ A SE IL GIOVANE E GLI DISSE DI PRENDERE IN PRESTITO LA BICICLETTA E DI TENERSELA FINO A QUANDO NON GLIEL’AVREBBE RICHIESTA. PASSARONO GIORNI, MESI E ANNI, I PRIMI TEMPI IL GIOVANE QUANDO PASSAVA SALUTAVA E GRIDAVA GRAZIE, POI PIAN PIANO PIÙ NIENTE, UN GIORNO IL GIOVANE BUCÒ UNA RUOTA E QUASI SCOCCIATO SI RIVOLSE AL VECCHIO PRETENDENDO LA RIPARAZIONE DELLA RUOTA IN QUANTO LA BICI ERA SUA, IL VECCHIO LA RIPARÒ E DIEDE ANCHE UNA BELLA PULITA AI CERCHIONI. PASSO ANCORA DEL TEMPO, IL RAGAZZO ORMAI SI SENTIVA PADRONE DELLA BICI,MA UN GIORNO MENTRE SCORRAZZAVA PEDALANDO, GLI SI PARO’ DAVANTI IL VECCHIO , GLI RICORDÒ L’ACCORDO CHE QUANDO VOLEVA SI SAREBBE RIPRESO LA SUA BICICLETTA, A NULLA VALSERO I PIANTI E LE SUPPLICHE DEL GIOVANE, IL VECCHIO SI CARICÒ LA BICI SULLE SPALLE ENTRÒ NELLA SUA BOTTEGA E TIRÒ GIÙ LA SERRANDA. AMICI MIEI LA VITA CHE NOI DISPONIAMO A NOSTRO PIACERE, NON E ALTRO CHE UNA BICICLETTA CHE IL SIGNORE CI HA PRESTATO E CHE QUANDO LUI LA RIVORRÀ SE LA RIPRENDERÀ .
(Michele Cocuzzi)