Mi suggerite di votare Grillo? Io penso che di comici in politica ne abbiamo già abbastanza. Voi cosa ne pensate?
Isac Randazzo
Non bisognerebbe mai avere la presunzione di pensare di essere insostituibili per qualcuno. Nel nostro percorso incontreremo sempre chi ci farà sentire diversi da ciò che siamo stati in precedenza, che ci farà scoprire ed amare un lato di noi che non conoscevamo. Ogni volta aggiungeremo il colore di un nuovo filo alla trama della nostra vita.. Certo, senza i vecchi fili non avremmo potuto iniziare il nostro arazzo, ma se non ne aggiungessimo dei nuovi, non potremmo completarlo per poterlo ammirare nello splendore della sua bellezza… ♥ℐℬ
– Imma Brigante –
Non trovi il tesoro se non lo cerchi sull’isola in cui l’hai sepolto.
(dai libri “Come un granello di sabbia – Raccolta” E
“Come un granello di sabbia – Aforismi” di PensieriParole Staff)
Oh, sí, ci sono i colori: blu, giallo, bianco, rosso e verde!
Oh, sí, ci sono i toni: soprano e basso, corno e oboe!
Oh, sí, che c’è la lingua: parole, versi e rime, tenerezze dell’accordo, marcia e danze della sintassi!
Chi giocò ai loro giochi chi assaporò i loro incanti a lui fiorisce il mondo, a lui ride e gli mostra il suo cuore, il suo senso.
Quel che amavi e desideravi, quel che sognavi e vivevi ma sei proprio sicuro fosse il piacere o il dolore?
Sol-diesis e la-bemolle, mi-bemolle o re-diesis l’orecchio può distinguerli?
HERMANN HESSE, ACQUERELLI
Klaas Huizing nel romanzo dedicato alla figura del bibliomane Johann Tinius, Il Mangialibri, propone una singolare equivalenza, nell’ordine del piacere, fra libri e amanti: «Se ci si può sfogare con i libri, allora essi non sono forse anche innamorate, anzi, amanti?». Inutile dire che questa prospettiva presuppone che la bibliomania sia una caratteristica essenzialmente maschile. Ecco alcuni degli enunciati:
Libri e prostitute si possono portare a letto.
Libri e prostitute: entrambi hanno un loro genere di uomini che vivono di loro e li maltrattano. I libri, i critici.
[…]
Ai giorni nostri Annie François descrivendo la propria passione per i libri si sofferma invece sugli odori: «Infatti esistono biblioteche altrettanto deliziose che esalano un odor di cantina, di muffa, di funghi, di muschio, di felci. Libri che odorano d’autunno, altri d’estate. Che profumano di gariga o di sottobosco. Deliziosi ma inquietanti profumi: troppo umidi o troppo secchi. […] C’è soprattutto, quel discreto odor di polvere. I libri l’amano e la calamitano. Essa li avvolge, li velluta. Inutile darle la caccia».
ALBERTO CASTOLDI, BIBLIOFOLLIA
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Ogni biblioteca è, naturalmente una pluralità di cose: «Maison d’artiste» come nel caso di Edmond de Goncourt o «Casa della vita», ma anche, in quanto prodotto dispiegato nel tempo di una serie di scelte che hanno presieduto alla collezione, una sorta di narrazione virtuale, destinata a racchiudere oltre a una serie di testi esemplari, anche la storia del loro collezionista, prigioniero delle sue scelte
ALBERTO CASTOLDI, BIBLIOFOLLIA
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Altre volte ancora il libro è il risultato di una sequenza di citazioni di testi diversi, come awiene nella singolare biografia di Winckelmann, Collectanea zu meinem Leben, in cui, un anno prima della morte, ripercorre la propria esistenza avvalendosi per l’appunto di citazioni da Aristotele, Sofocle, Plutarco ecc.: le citazioni non solo dicono la vita, ma divengono la vita stessa dell’autore. Il modello sono gli Essais di Montaigne, singolare libro che si nutre di altri testi. La biblioteca, comunque concepita, costituisce un universo a parte, consente al bibliofilo di stabilire un confine, un diaframma fra sé ed il resto della società, ma in modo affermativo: il bibliofilo coincide con la sua biblioteca, lo si può leggere e dunque possedere; lì è percorribile e dunque vulnerabile.
ALBERTO CASTOLDI, BIBLIOFOLLIA
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Mallarmé riteneva che all’intellettuale, e al poeta in specie, non restasse ormai altro da fare che scolpire il proprio nome sulla tomba, celebrando così un lutto che, iniziato agli esordi stessi della scrittura (per via del suo stesso statuto che la vuole inesorabilmente postuma), rinvia poi alla consapevolezza, questa sì tutta mallarmeana, del “gioco insensato di scrivere”. L’intellettuale si scopre abitante da sempre di un cimitero, quello della letteratura, ma al tempo stesso custode di questo mondo defunto, e quindi in una condizione di liminalità, sospeso fra vita e morte: si nutre vampiristicamente della scrittura defunta, e la riattiva facendola propria, pur sapendo in questa operazione di consegnare a sua volta se stesso a questo universo di morte. “Sottrarre” all’assenza la scrittura, farla nascere, significa esattamente come per gli esseri viventi, consegnarla alla morte, riaffidarla all’assenza: l’intellettuale fa da tramite fra due assenze.
ALBERTO CASTOLDI, BIBLIOFOLLIA
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Già nell’ Anthologia graeca, come ricorda Robert Curtius nel suo celebre Letteratura europea e Medio Evo latino, la scrittura e il libro sono al centro di tutta una serie di procedimenti letterari volti alla loro tematizzazione in chiave metaforica: esistevano epigrammi sulle tavolette scrittorie, sulla cera spalmata sulle tavolette, sulla penna, e si metteva in guardia contro i tarli del libro. La vita stessa è paragonata a un volume che si srotola; d’altronde nell’ Apocalisse si prediceva che «il cielo si arrotolerà su di sé come un papiro». Nel Medioevo il martirio di san Cassiano, maestro di scuola, si traduce non metaforicamente nell’aggressione dei suoi allievi che gli spezzano le tavolette scrittorie sul capo e lo trapassano con le punte degli stili. Arrigo da Settimello paragona il volto umano a un libro: «Il volto è il libro e la pagina della realtà interna» (Internique status liber est et pagina vultus); e ancora: «Il cielo sia la pagina, le fronde lo scrivano, e l’onda / l’inchiostro: non potranno raccontare le mie pene» (Pagina sit celum, sint frondes scriba, sit unda / Incaustrum: mala non nostra referre queant). Il tema sarà ricorrente in Shakespeare («leggi sul volume della faccia del giovane Paride, / e trova la delizia che in esso ha scritto la penna della / bellezza», è detto nel Romeo e Giulietta). Ildeberto paragona invece il cuore a un libro, modellandosi su esempi collaudati: «Nel libro del cuore leggi tutto quel che vi hai di sporco; / non puoi leggerlo altrove così bene come là» (In libro cordis lege quicquid habes ibi sordis; / Non legis hoc alibi tam bene sicut ibi).
ALBERTO CASTOLDI, BIBLIOFOLLIA
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In ogni casa una zucca pelata
per questa notte un poco stregata
e una candela la illumini dentro
bella diritta e proprio nel centro.
Tanti fantasmi verranno alla porta
con gli occhi tondi e la bocca storta
e di sicuro vorranno un dolcetto
con la minaccia di uno… scherzetto!
AA.VV. 365 fiabe, storie e filastrocche, Giunti Kids
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Halloween Halloween stregato
coi tuoi fantasmi dal passato,
con le tue streghe impertinenti
ed i tuoi mostri stravaganti.
In questa notte di paura
fantasmagorica avventura
facciamo festa mascherati,
mangiamo dolci prelibati!
Jolanda Restano
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E’ una notte scura scura
di fantasmi e pipistrelli,
una notte di paura
da far torcere i budelli.
E’ una notte di terrore
che risveglia ogni vampiro,
una notte di rumore
da far togliere il respiro.
Ma chi avanza da lontano
con in mano il suo cestino?
E’ una mummia, un brutto nano,
è una strega o un assassino?
Ma guardate: son bambini !
Sono mostri mascherati:
chiedono dolci e pasticcini
ai vicini un po’ allarmati.
Van bussando ad ogni porta
e ridendo a crepapelle
fan scherzetti di ogni sorta
per avere caramelle.
Halloween, festa pagana
è però una buona cura :
i timori li allontana
e fa scappare la paura!
Simona Maiozzi
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Scuri vampiri,occhi feroci maghi barbuti, orride voci.
Streghe nasone rimestan pozioni
mostri tremendi a tutti i portoni.
Candele tremanti in zucche svuotate,
orchi, fantasmi e bacchette fatate.
Maschere brutte eppur divertenti
per spaventare amici e parenti
e fare scherzi in gran quantità
a chi dolcetti in casa non ha!
Se hai buio intorno a te alzati, fai entrare la luce, il sole è là non ti chiede nulla brilla solo per te. Pettina i capelli, scioglili, come una cascata toccheranno le tue spalle, tutto rischiarirà, anche un cieco avvertirà la dolcezza delle tue movenze le sfiorerà nell’aria che si sposta piano, vedrà a suo modo la follia che lo porta ad immaginarti. Vedendo dove non si vede, in un istante ti avrà vicino, sentendo il tuo respiro, fino all’ultimo alito e più di luce , bisogno non avrà.
(Mirella Narducci)